Home > Comunicati stampa > The Lancet pubblica i risultati dello studio...

Autorizzo al trattamento dei miei dati personali
ai sensi del D.L. 30 giugno 2003 n. 196
Inserire il campo email
Inserire un indirizzo email valido
La tua richiesta è stata inviata con successo
Accettare l'informativa sulla privacy

The Lancet pubblica i risultati dello studio TRILOGY di Chiesi Farmaceutici

Data: 02/09/2016

The Lancet pubblica i risultati dello studio TRILOGY di Chiesi Farmaceutici: dimostrata la superiore efficacia nel trattamento della BPCO della prima associazione tripla fissa extrafine ICS/LABA/LAMA rispetto alla terapia standard.

  • I risultati dello studio supportano in modo convincente che il primo inalatore ad associazione tripla fissa extrafine è efficace per il trattamento della BPCO. L’inalatore è formulato specificatamente per permettere alle particelle extrafini di raggiungere le parti più profonde del polmone, e dimostra un significativo miglioramento degli outcomes nei pazienti trattati.
  • È un altro primato segnato da Chiesi e dal suo Centro di Ricerca nell’ambito dello sviluppo di terapie innovative nel trattamento della BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva)
  • Durante il Congresso saranno presentati anche i risultati di un secondo studio, TRINITY, che dimostra la superiorità di ICS/LABA/LAMA anche nei confronti del tiotropio.

Londra, 2 settembre 2016 – Lo studio (TRILOGY1) pubblicato su The Lancet, che sarà presentato al Congresso della European Respiratory Society (ERS), ha dimostrato per la prima volta che l’associazione tripla fissa extrafine ICS/LABA/LAMA, sviluppata da Chiesi, è superiore alla terapia combinata a dose fissa ICS/LABA, uno dei trattamenti standard in questa patologia.

 

La terapia sviluppata da Chiesi nel suo Centro di Ricerca italiano conferma quindi la sua superiorità su un ampio numero di parametri clinici e mantiene al contempo un alto profilo di sicurezza.

Significativi i benefici attesi per i pazienti, in particolare:

 

  • riduzione della frequenza annua delle riacutizzazioni, eventi molto temuti dai pazienti e principale causa di ospedalizzazioni e decessi, nonché di elevati costi per il sistema sanitario.
  • miglioramento della funzionalità polmonare
  • riduzione della sensazione di mancanza di respiro (dispnea)

 

Inoltre Il 5 settembre, nel corso del congresso, saranno presentati anche i risultati di un secondo studio clinico (TRINITY2) che ha dimostrato la superiorità dell'associazione fissa extrafine ICS/LABA/LAMA anche nei confronti del LAMA tiotropio, un’altra delle terapie standard per la BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva).

 

Un nuovo “gold standard” di cura

La BPCO colpisce l'apparato respiratorio e in particolare le piccole vie respiratorie (i bronchioli3), aree normalmente difficili da raggiungere con i farmaci. La malattia, inoltre, presenta due caratteristiche diverse: una componente ostruttiva, con limitazione al flusso aereo soprattutto in espirazione, e una componente infiammatoria, sia nelle vie aeree prossimali che nel polmone profondo3. La tripla associazione fissa testata negli studi TRILOGY e TRINITY è la prima a contenere tre diversi principi attivi che agiscono sia per migliorare il flusso aereo sia per combattere l’infiammazione:

 

  • Il corticosteroide antinfiammatorio per via inalatoria (ICS) beclometasone;
  • Il broncodilatatore LABA (agonista β2 a lunga durata d’azione) formoterolo;
  • Il broncodilatatore LAMA (antagonista muscarinico a lunga durata d’azione) glicopirronio;

 

L’associazione tripla, quindi, esplica il suo effetto benefico (es. riduzione del rischio di riacutizzazione) perché in grado di agire contemporaneamente sui vari meccanismi alla base della malattia. Allo stesso tempo, grazie alla formulazione in particelle extrafini (tecnologia Modulite® sviluppata da Chiesi nel proprio Centro di Ricerca), il farmaco raggiunge efficacemente anche le piccole vie respiratorie, riuscendo così ad agire fino alle aree più profonde del polmone.4,5

 

 

I bisogni terapeutici non soddisfatti e l'impegno di Chiesi

I pazienti con BPCO hanno bisogni terapeutici non ancora soddisfatti, primo tra tutti quello di ridurre il rischio di riacutizzazioni, eventi che ne riducono la qualità di vita e li pongono a rischio di ospedalizzazione e perfino della vita6,7,8,9. Quando i sintomi come la dispnea e la tosse non sono più sotto controllo, infatti, peggiora la qualità di vita ed il paziente può aver bisogno di essere ospedalizzato. La BPCO, inoltre, è una malattia progressivamente ingravescente3 e la terapia può richiedere continue intensificazioni. Questo porta a trattare i pazienti con numerosi farmaci, assunti fino ad oggi attraverso diversi dispositivi inalatori. Quindi la possibilità di poter assumere una sola terapia in grado di raggiungere non solo le vie aeree centrali ma anche le vie aeree periferiche attraverso un solo inalatore rappresenta una sostanziale semplificazione nel trattamento dei pazienti con BPCO.

 

Stefano Petruzzelli, Chief Medical Officer e Head of Global Clinical Development, Chiesi Farmaceutici commenta: “È a partire da questi bisogni insoddisfatti che Chiesi ha sviluppato un esteso programma di ricerca sulla prima associazione tripla extrafine di ICS, LABA e LAMA, e per la prima volta i dati dimostrano chiaramente la sua superiorità nei confronti delle due terapie ICS/LABA e il LAMA tiotropio, finora raccomandate come prima scelta nel caso di rischio di riacutizzazione in pazienti sintomatici”.

 

Lo studio TRILOGY1

Lo studio TRILOGY, pubblicato su The Lancet e presentato al congresso 'ERS, è uno studio clinico di fase III multicentrico, controllato, randomizzato, in doppio cieco (rapporto 1:1 tra i due bracci di trattamento) e in cui la terapia è stata somministrata per 52 settimane. Lo studio, precedentemente concordato con l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA), ha coinvolto 1368 pazienti di 159 centri in 14 Paesi in Europa e Sud America; in Italia hanno partecipato otto centri.

 

I pazienti – di età superiore ai 40 anni, con una diagnosi di BPCO severa o molto severa e una storia recente di almeno un episodio di riacutizzazione, sono stati dapprima trattati tutti con l'associazione doppia fissa ICS/LABA per 2 settimane e poi sono stati randomizzati in due gruppi: metà ha continuato la terapia ICS/LABA (BDP/FF 100/6µg, due volte al giorno), l'altra metà è stata invece trattata con l'associazione tripla fissa ICS/LABA/LAMA (100/6/12·5µg, due volte al giorno). I pazienti sono stati valutati dopo 4, 12, 26, 40 e 52 settimane.

 

Già dopo la 26esima settimana, la nuova terapia tripla a dose fissa di Chiesi ha:

 

  • aumentato in modo statisticamente significativo la funzionalità polmonare della mattina, antecedente l'assunzione della prima dose giornaliera: il FEV1 (Forced Expiratory Volume in 1 second) è risultato di 81 mL più alto, in media, rispetto all'associazione doppia ICS/LABA.
  • aumentato in modo statisticamente significativo la funzionalità polmonare già due ore dopo la prima dose giornaliera: il FEV1 è risultato di 117 mL più alto, in media, rispetto all'associazione doppia ICS/LABA. Questo vuol dire che l'effetto del farmaco si manifesta molto rapidamente, un fattore importante che può migliorare l'aderenza al trattamento.
  • migliorato la qualità di vita dei pazienti. Il Saint George’s Respiratory Questionnaire (un questionario utilizzato per valutare la qualità di vita delle persone con problemi respiratori) ha infatti mostrato che i pazienti trattati con l'associazione tripla fissa hanno migliorato il loro punteggio in media di oltre 4 unità, il limite ritenuto clinicamente rilevante.

 

Questi risultati sono stati confermati alla 52esima settimana. In questo arco di tempo è stata riscontrata una riduzione del 23% delle riacutizzazioni, che più di ogni altra cosa peggiorano la qualità di vita del paziente BPCO, che spesso causano il ricovero ospedaliero e che sono la principale causa di decesso.

 

Lo studio ha quindi dimostrato l'importanza di trattare la BPCO severa con tutti e tre i principi attivi – ICS, LABA e LAMA – e che è possibile erogarli contemporaneamente, utilizzando un solo inalatore: un fattore importante che migliora sia l'efficacia della terapia, grazie alla co-deposizione dei tre principi attivi nelle vie aeree centrali e in quelle periferiche, sia l'aderenza alla terapia, soprattutto nei pazienti anziani che hanno maggiore difficoltà a gestire più dispositivi.”, ha commentato Alberto Papi, Professore e Chair di Medicina Respiratoria e Vice Presidente della Scuola di Medicina, Università di Ferrara.

 

Lo studio TRINITY 2

Lo studio TRINITY, presentato il 5 settembre al congresso ERS, è uno studio controllato, randomizzato, in doppio cieco (rapporto 1:1 tra i due bracci di trattamento) e multicentrico, in cui la terapia è stata somministrata complessivamente per 52 settimane. Ha coinvolto 2580 pazienti con età superiore ai 40 anni e con un quadro di BPCO severa o molto severa, che sono stati divisi in tre bracci. Un gruppo è stato trattato con il tiotropio (LAMA), un altro gruppo con la terapia tripla estemporanea (ICS/LABA più LAMA, assunti separatamente), e un terzo gruppo con l'associazione tripla fissa (ICS/LABA/LAMA). I risultati dimostrano che l'associazione fissa tripla di Chiesi:

 

  • riduce le riacutizzazioni moderate e severe del 20% rispetto al tiotropio (LAMA).

 

  • aumenta in modo statisticamente significativo la funzionalità polmonare della mattina, antecedente all'assunzione della prima dose giornaliera: il FEV1 (Forced Expiratory Volume in 1 second) è risultato di 61 mL in più, in media, rispetto al tiotropio (LAMA).

 

L'efficacia e la sicurezza dell'associazione fissa tripla di Chiesi, inoltre, sono equivalenti a quelle della terapia tripla estemporanea, aggiungendo il vantaggio, per i pazienti, di utilizzare un solo dispositivo in grado di erogare tre principi attivi non solo nelle vie aeree centrali ma anche in quelle periferiche.

 

Siamo orgogliosi dei risultati del nostro programma di Ricerca, e contiamo nel corso del prossimo anno di fornire ulteriori dati a conferma della validità e superiorità dell’associazione terapeutica ICS/LABA/LAMA a dose fissa, che riteniamo l’opzione appropriata per il trattamento di una malattia come la BPCO. Questa opzione, a cui Chiesi sta lavorando da lungo tempo all’interno del suo Centro di Ricerca, ha un duplice beneficio. Da un lato, infatti, rappresenta un vero passo avanti nella gestione dei pazienti per ridurre l’impatto della condizione patologica sullo stato di salute e sulla qualità di vita. Dall’altro sarà una risorsa per la sostenibilità dell’offerta sanitaria, perché potrà evitare i costi diretti e indiretti legati alle ospedalizzazioni per BPCO” conclude Paolo Chiesi, Vice Presidente e Direttore di Ricerca e Sviluppo di Chiesi Farmaceutici.

 

Chiesi Farmaceutici

Chiesi Farmaceutici è un gruppo internazionale orientato alla ricerca, con oltre 80 anni di esperienza e con sede a Parma. Chiesi ricerca, sviluppa e commercializza farmaci innovativi nelle aree terapeutiche respiratoria, neonatologia, malattie rare e della medicina specialistica. Nel 2015 l’azienda ha realizzato un fatturato di oltre 1,46 miliardi di Euro, in crescita del 9,4% rispetto al 2014. Il Centro Ricerche di Parma, i laboratori di Parigi (Francia), Cary (USA), Chippenham (UK) e il team di R&S della controllata Zymenex (Svezia e Danimarca) collaborano ai programmi pre-clinici, clinici e registrativi del Gruppo. Chiesi impiega oltre 4500 persone, 560 delle quali dedicate ad attività di ricerca e sviluppo.

 

BPCO

La BPCO è una malattia respiratoria caratterizzata da una persistente ostruzione bronchiale, associata a un aumento della risposta infiammatoria cronica delle vie aeree a particelle o gas nocivi. I classici sintomi associati alla BPCO sono: dispnea, tosse cronica ed espettorato cronico. In alcuni casi potrebbe verificarsi un peggioramento acuto di questi sintomi, con conseguente insorgenza di riacutizzazioni. L’ostruzione bronchiale nei pazienti con BPCO è caratterizzata da un doppio meccanismo: da un lato può verificarsi un’infiammazione delle piccole vie aeree, insieme all’ispessimento delle pareti delle vie aeree stesse e ad un aumento della resistenza del flusso d’aria; dall’altro, può aver luogo una progressiva distruzione del parenchima polmonare (enfisema), associata alla perdita di retrazione elastica del polmone. È importante sottolineare che i due meccanismi possono coesistere e provocare una riduzione del flusso d’aria globale attraverso i polmoni.

 

Fonti

  1. Singh D, Papi A, Corradi M, Montagna I, Francisco C, Cohuet G, Vezzoli S, Scuri M, and Vestbo J.. Single inhaler triple therapy versus inhaled corticosteroid plus long-acting β2 agonist for chronic obstructive pulmonary disease (TRILOGY): a double-blind, parallel group, randomised controlled trial. Accepted (2016) THELANCET-D-16-04974R1, S0140-6736(16)31354-X
  2. Singh D, Corradi M, Montagna I, Cohuet G, Francisco C, Vezzoli S, Muraro A, Petruzzelli S, Scuri M, and Vestbo J. TRINITY: A phase III study to compare the efficacy and safety of an extrafine triple combination of beclometasone dipropionate (BDP), formoterol fumarate (FF), and glycopyrronium bromide (GB) pMDI (CHF5993) with tiotropium (Tio) and a free triple combination of BDP/FF (Foster®) + Tio in COPD patients. Accepted 2016 ERS conference, London: Late breaking topics in airways disease: Oral presentation, Monday September 5. Room C (10:45-12.45)
  3. Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease. Global strategy for the diagnosis, management, and prevention of chronic obstructive pulmonary disease, Progetto Mondiale BPCO, aggiornamento 2016 (www.goldcopd.org).
  4. Gupta PP, Yadav R, Verma M, Gupta KB, Agarwal D. High-resolution computed tomography features in patients with chronic obstructive pulmonary disease. Singapore Med J 2009; 50 (2): 193-200
  5. Calverley PM, Kuna P, Monsó E, Costantini M, Petruzzelli S, Sergio F, Varoli G, Papi A, Brusasco V. Beclomethasone/formoterol in the management of COPD: a randomised controlled trial. Respir Med 2010; 104: 1858-68
  6. Celli BR et al., An official American Thoracic Society/European Respiratory Society statement: research questions in COPD. Eur Respir J 2015; 45: 879 – 905
  7. Progetto Libra 2010, Road Map BPCO, Rinite e Asma. www.goldcopd.it
  8. Gard Italy: Sorveglianza nell'ambito delle patologie respiratorie, 25 giugno 2015
  9. Groenewegen KH, Schols AM, Wouters EF. Mortality and mortality-related factors after hospitalization for acute exacerbation of COPD. Chest 2003;124:459-67
  10. Hernandez P, Balter M, Bourbeau J, Hodder R. Living with chronic obstructive pulmonary disease: A survey of patients' knowledge and attitudes. Respiratory Medicine (2009) 103, 1004-12.